In Bielorussia migliaia di bambini disabili trascorrono la loro vita negli “Internats“, enormi orfanotrofi dove vivono dai 200 ai 350 bambini. Luoghi non sempre accoglienti ma anonimi, dove manca l’amore e il calore di una famiglia di cui i bambini hanno tanto bisogno. Tanti, tantissimi piccoli e grandi abbandonati dai genitori perché deformi e diversi, perché essere disabile in Bielorussia è un peso ed è ancora, purtroppo, una vergogna per la famiglia.
Gli “Internats” sono istituti governativi che ospitano le persone che hanno subito danni fisici dalla tragedia di Chernobyl del 1986 e persone disabili in genere. Sono una via dei mezzo tra un orfanotrofio, un asilo e un ospizio. Decine di migliaia di persone trascorrono tutta la loro vita qui dentro eppure questi istituti sono nascosti, isolati e spesso soprattutto i bielorussi non ne sono a conoscenza.
L’apparenza
Il nostro gruppo da 10 anni in autunno si reca a far visita ai nostri piccoli amici bielorussi. Le strutture con il passare degli anni, ci dicono i veterani del gruppo, sono state ammodernate e abbellite esteticamente. Entrando in queste enormi strutture tuttavia quello che colpisce è certamente la compostezza, il rigore, le regole. Tutto ci sembra come in una bella fiaba, ogni cosa al suo posto, maestre gentili che curano i ragazzi, camere colorate. Una cosa però l’abbiamo notata tutti. Manca l’attenzione, il prendersi cura di ogni singolo bambino con le coccole, con un’attenzione in più, con una carezza e anche, perché no, con le terapie riabilitative giuste.
Queste strutture mostrano spesso evidenti carenze tecniche per il modo in cui si prendono cura dei bambini disabili. Ad esempio viene offerta pochissima terapia fisica o educativa. Questo influisce direttamente nella vita di tanti bimbi, soprattutto di quelli che hanno delle piccole deformazioni fisiche o lievi ritardi mentali. Con le giuste cure sin dall’infanzia, questi ragazzi in italia diventerebbero donne e uomini inseriti nella società con un proprio lavoro e avrebbero una vita autonoma e dignitosa.
Relazioni Umane
Quello che più di ogni altra cosa manca negli istituti bielorussi a nostro avviso sono le relazioni umane, la cura della persona, il far crescere i bambini in un ambiente con il calore e l’amore di una famiglia. Ovviamente tutto questo è difficile da realizzare in strutture grandi come queste. Dove le persone da curare sono tante si privilegia per forza il numero e si tende a snaturare il rapporto affettivo. E qui emergono i bisogni di affetto. Spesso ci sono poche attività ricreative e manca del tutto la possibilità di una vita privata. Del resto come potrebbe essere altrimenti se vivi in camerate con altre 10 o 15 persone? Le relazioni affettive sono mal viste e molto spesso vengono addirittura proibite.
Infine l’integrazione con la società locale è inesistente. Le strutture sono spesso costruite lontano dai paesi dove la “gente non vede” queste persone, questi “mostri” deformi come vengono definiti i bambini più gravi. Le strutture sono spesso isolate dal resto del mondo con recinzioni o muri e sono anche difficili da raggiungere con i mezzi pubblici (noi ne abbiamo avuto conferma anche andandoci con un’auto). Questo purtroppo fa sì che i ragazzi ricevano poche o nessuna visita nemmeno dai genitori o dai parenti che li hanno lasciati lì (chissà per quali e quanti motivi).
I luoghi
Aiutiamo i bambini che vivono nella regione di Gomel, una delle zone più contaminate dalle radiazioni di Chernobyl.
(La mappa mostra in rosso le zone più contaminate)
Alcuni dei bambini e ragazzi che portiamo a Borghetto vivono nell’Internat di Zhuravichi. In questo enorme orfanotrofio vivono oltre 300 bambini e ragazzi disabili fisici e mentali. Sindrome di Down, ritardi mentali, difficoltà nell’apprendimento, sono queste alcune delle patologie più comuni in questo orfanotrofio. Ed è molto difficile sapere quante di queste malattie sono causate dalle radiazioni nucleari, anche se quasi certamente molte lo sono. L’orfanotrofio è situato in aperta campagna lontano dalla gente, dai paesi, nascosto alla società. Un luogo così isolato, quasi un mondo a sé, dove ogni relazione diventa ancora più difficile.
Altri bambini provengono invece dall’Internat di Rechitsa. Qui vivono circa 200 bambini con disabilità fisiche e paralisi cerebrali che causano loro problemi motori e nell’apprendimento.
Ecco questa è un po la metafora di come la Bielorussia vede e vive la disabilità ai giorni nostri… e a farne le spese sono ancora i bambini.